UNA BREVE VEGLIA
PER IL RINNOVO DELLA PROMESSA
NEL GIORNO DI SAN GIORGIO


Questo breve testo, che è stato preparato per concludere il fuoco di bivacco ad un campo regionale di San Giorgio, deve essere completato da chi lo utilizzerà con la divisione dei brani tra i lettori (tre) che si alternano e con l'aggiunta di canti. La tecnica espressiva scelta in origine è stata quella del "coro parlato". La durata della veglia non va oltre i venti minuti, per non oltrepassare di troppo i tempi di attenzione dei ragazzi. Con qualche variazione ed aggiunta può essere adattato come Veglia d'armi in preparazione alla Promessa.

 


Al termine di questa giornata di campo, ci troviamo attorno al fuoco per ricordare il nostro Santo Patrono e per prepararci brevemente al rinnovo della Promessa Scout.

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San Giorgio fu martirizzato sotto l’imperatore Diocleziano ed è venerato fin dal IV secolo in Oriente, il suo culto venne portato in Occidente dai crociati e si diffuse rapidamente ovunque.
Il Fondatore dello Scautismo, Baden-Powell, lo scelse come patrono ispirandosi all’antica cavalleria:

“I cavalieri avevano scelto S.Giorgio come Santo Patrono perché era il solo santo che venisse rappresentato a cavallo. …adesso S.Giorgio è anche il Santo Patrono degli scouts di tutto il mondo, e quindi tutti gli esploratori dovrebbero conoscere la sua storia.
Giorgio nacque in Cappadocia nell’anno del signore 303. A diciassette anni si arruolò come soldato di cavalleria e presto divenne famoso per il suo coraggio.
Una volta giunse in una città chiamata Selem: vicino a questa città viveva un dragone, al quale si doveva dare ogni giorno in pasto uno degli abitanti, scelto a sorte.
Il giorno in cui giunse là San Giorgio la sorte era caduta sulla figlia del re. S.Giorgio decise che ella non doveva morire, e così uscì a combattere contro il drago, che viveva in una vicina palude, e lo uccise.
San Giorgio è il modello a cui dovrebbe ispirarsi ogni scout.
Quando si trovava di fronte ad una difficoltà o ad un pericolo, per grande che fosse – anche sotto forma di dragone – egli non lo evitava, né lo temeva, ma lo affrontava con tutta la forza che poteva infondere in sé e nel suo cavallo. Malgrado non fosse armato adeguatamente per un tale scontro – aveva semplicemente una lancia – si slanciò sul suo avversario, fece del suo meglio, e alla fine riuscì a superare una difficoltà contro cui nessuno aveva osato cimentarsi.
Ed è proprio così che uno scout dovrebbe fronteggiare le difficoltà e i pericoli, per grandi e spaventosi che possano sembrare, e malgrado egli stesso possa essere mal equipaggiato per la lotta.
Deve andargli incontro arditamente e fiduciosamente e usare le sue migliori facoltà per cercare di superarli: in questo modo è probabile che gli arrida il successo.
La festa di san Giorgio è il 23 Aprile. In questo giorno tutti i veri scouts si fanno uno speciale dovere di meditare la Legge e la Promessa: ricordatevelo al prossimo 23 Aprile e mandate un messaggio di saluto a tutti gli scouts del mondo.”


(da Scautismo per ragazzi)

Proprio come gli antichi cavalieri gli Scouts costituiscono una fratellanza tenuta unita dalla Promessa, ma non si tratta dello spirito di comunità che si trova in un club o in una società sportiva, ha infatti uno scopo molto alto.
Nel Vangelo troviamo un esempio di quale sia lo stile della fraternità:

Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: “Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti”. Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? ”. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: “Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”.


(Matteo 12, 46-50)


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Canto: Insieme

Ogni scout e ogni capo, anche il capo squadriglia, è veramente tale se si sa mettere al servizio dei propri “fratelli”, ossia delle persone che gli stanno intorno e dei ragazzi che da lui dipendono, ma è anche annunciatore di un messaggio…..anzi tanti più saranno quelli che lo seguiranno tanto più il suo messaggio sarà ritenuto valido ed entusiasmante!


Il 4 ottobre 1987 molti giornali, in tutto il mondo, portavano la fotografia di un capo squadriglia. Quel giorno infatti Giovanni Paolo II lo mise nell’elenco dei Beati. Da quel giorno nelle chiese si possono fare altari dedicati a lui, come si fanno a S. Francesco o a S. Antonio.
Chi era questo capo squadriglia? Si chiamava Marcel Callo ed era francese, fece la sua promessa nel 1934 ed era molto fiero di essere scout. Nello stesso anno Marcel cominciò a lavorare come apprendista tipografo e nel 1936 diventò capo della squadriglia Pantere, che era composta di ragazzi lavoratori come lui.
Marcel è un ragazzo che mantiene la sua Promessa e cerca di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo ha trovato impegnandosi anche nella Gioventù operaria cattolica, in cui passò poi allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Nel 1943 Marcel ricevette l’ordine di andare a lavorare in Germania, lui ci andò seguendo le indicazioni del suo vescovo perché bisognava tenere alto il morale di tanti ragazzi lavoratori. Per lui che aveva fatto la Promessa, si trattava di aiutare il prossimo in una circostanza precisa. Ma i Tedeschi prendevano di mira i gruppi di giovani cristiani che autavano gli altri.
Marcel fu arrestato per propaganda anti-nazista e, perché era “troppo cattolico”, venne condannato ed inviato nel lager di Mathausen, dove morì il 19 marzo 1945.


Un martire, come San Giorgio!

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Il servizio di un capo sta nel comunicare agli altri, con ostinato rigore, quello in cui crede e di cui fa aperta professione.


Il 5 Marzo 2005 molti giornali, in tutto il mondo, portavano il nome e la fotografia di un Capo Riparto. Il giorno prima , in Iraq, al termine di una rischiosa missione era stato ucciso in maniera clamorosa un agente dei servizi segreti italiani.
L’alto funzionario del SISMI si chiamava Nicola Calipari ed aveva fatto la sua Promessa Scout nel 1965, nel riparto Aspromonte del Gruppo ASCI Reggio Calabria 1°, proseguendo poi il suo sentiero come capo squadriglia delle Aquile, Capo Riparto, fino a diventare nel 1976, Capo Gruppo.
Nicola è un uomo che mantiene la sua Promessa e cerca di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo ha trovato entrando nelle forze dell’ordine ed impegnandosi per la sicurezza della Nazione.
Nicola Calipari, che era stato protagonista delle missioni condotte in passato per la liberazione di vari ostaggi italiani in Iraq, stava riportando in Italia una giornalista che era stata liberata dopo una lunga e difficile trattativa.
Per lui, che aveva fatto la Promessa, si trattava di aiutare il prossimo in una circostanza precisa.
Ad un posto di blocco americano, per ragioni non ancora chiarite, i soldati hanno aperto il fuoco contro l’automobile in cui si trovavano gli agenti del Sismi e l’ostaggio liberato.
Nicola Calipari è morto facendo scudo con il suo corpo alla giornalista.


Un eroe, come San Giorgio!

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Noi capi, chiamati dalla Divina Provvidenza a questo servizio, abbiamo uno stupendo messaggio da annunciarvi e da vivere assieme a voi. Lo si può riassumere in poche righe:


Lo scout considera suo onore meritare fiducia
Lo scout è leale
Lo scout è sempre pronto a servire il prossimo
Lo scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout
Lo scout è cortese e cavalleresco
Lo scout vede nella natura l’opera di Dio: ama le piante e gli animali
Lo scout obbedisce prontamente
Lo scout sorride e canta anche nelle difficoltà
Lo scout è laborioso ed economo
Lo scout è puro di pensieri di parole e di azioni

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La Legge scout deriva dalle regole che gli antichi cavalieri si impegnavano a rispettare al momento della loro investitura.


“La Legge scout contiene le regole di vita che seguono tutti gli scouts del mondo e che voi prometterete di osservare all’atto di entrare nella loro famiglia.
………..
All’atto dell’investitura , pronuncerete la promessa scout davanti a tutto il riparto.
Questa promessa è assai difficile mantenerla, ma è una cosa oltremodo seria e nessun ragazzo è uno scout a meno che non faccia del suo meglio per mantenere la sua Promessa,
Vedete così che lo Scautismo non è soltanto un divertimento, ma richiede anche molto da ciascuno di voi ed io so di poter confidare che farete tutto ciò che vi è possibile per mantenere la vostra Promessa.”


(da Scautismo per ragazzi)

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Nell’aprile del 1928 molti giornali riportarono la notizia dello scioglimento di alcune associazioni, ma nessuno scrisse quello che stiamo per sentire.


Nel 1928 Il Governo italiano decise di proibire tutte le associazioni che non facessero capo al Partito Nazionale Fascista, dopo una lunga serie di violenze lo Scautismo fu soppresso e dichiarato fuori legge, ma alcuni ragazzi assieme ai loro capi continuarono le attività clandestinamente, senza preoccuparsi troppo dei pericoli che stavano correndo….dal diario di uno di quegli esploratori:
……..sono venuti alla riunione alla spicciolata, con la divisa nascosta sotto abiti borghesi. Vengono per affermare la loro volontà di resistere all’ingiustizia. Sono scesi nella cripta della chiesa del Santo Sepolcro e si sono messi in perfetta uniforme. Hanno fatto cerchio attorno a Ciaccio, il primo lupetto che viene accolto nello Scautismo dopo lo scioglimento dell’ASCI.
E’ un momento di grande commozione.
E’ un segno che nulla impedirà loro di continuare sulla strada tracciata dalla loro Promessa. Ed ora, assieme, tutti la rinnovano. “Abbiamo promesso, sul nostro onore, di fare del nostro meglio per compiere il nostro dovere verso Dio e verso la Patria; per aiutare il prossimo in ogni circostanza; per osservare la Legge scout”.
“Non è giusto, e noi non lo accettiamo, che ci venga impedito di vivere insieme secondo la nostra Legge: Legge di lealtà, di libertà, di fraternità.
Noi continueremo a fare del nostro meglio, per crescere uomini onesti e cittadini preparati e responsabili. Noi continueremo a cercare nella natura la voce del Creatore e l’ambiente per rendere forte il nostro corpo e il nostro spirito.”
Così concluse il capo la prima riunione “ufficiale” della nostra vita clandestina.


Né martiri, né eroi: ragazzi e capi, come noi.
Ma è anche grazie a loro, che hanno mantenuto la Promessa, che lo Scautismo
è rimasto vivo in Italia.

Canto: La luna sulle vette

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Di cose su cui riflettere ne abbiamo sentite abbastanza.
Raccogliamoci ora in preghiera prima di chiedere l’aiuto del Signore.
Dopo un momento di silenzio mettiamo in comune le nostre intenzioni dicendo
:

Per l’intercessione di San Giorgio, ascoltaci Signore.
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Preghiamo:
Signore, fa risplendere su di noi la tua potenza e sostieni la nostra debolezza, perché liberati dall’antico peccato e divenuti luminosi per lo splendore della nuova condotta, imitiamo secondo verità l’esempio del nostro Santo Patrono.
Amen

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Ora, dopo aver riflettuto e pregato assieme, rinnoviamo la nostra Promessa, ricordando che ovunque in questi giorni le guide e gli scouts fanno la stessa cosa.

Con l’aiuto di Dio ho promesso…………….

Canto della Promessa




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