GINO GAETANI
EROE “SCONOSCIUTO”

 

“Qualche volta lo sconforto passa come una tempesta sull’anima e la scaraventa in un abisso. Forse è la tremenda ora del dubbio! Invano fuggire, invano chiudersi in se stessi. Spesso sventure immani e catastrofi orrende, che ci paiono incomprensibili e ingiustificate, strappano un grido di sdegno e di rivolta e ci chiediamo...”

Sono state proprio queste parole, pronunciate dal Professor Di Benedetto, Commissario regionale dell’ASCI, trovate scritte su di un foglio ingiallito dal tempo, a far nascere nel Gruppo Scout Lecce 4 dapprima la curiosità e poi la voglia di raccontare questa storia a tutti.

Tutto è cominciato nel 2002: con l’avvicinarsi del campo estivo, la mamma di una guida aveva riferito a un capo la grande preoccupazione, apparentemente ingiustificata del nonno di Eleonora per la sua partecipazione al campo.
Solo dopo il secondo campo estivo di Eleonora il nonno, il signor Vito Gaetani, raccontò ai capi la tragedia da cui la sua famiglia fu colpita cinquant’anni fa.

Lunedì 29 giugno 1953, nella marina leccese di S. Cataldo, una pattuglia di un Riparto cittadino dell’ASCi era sulla spiaggia per una uscita in bici. Due esploratori entrati in acqua per fare il bagno si trovarono in difficoltà ad uscire, e iniziarono ad annaspare.
Gino Gaetani, il capo pattuglia sedicenne, non esitò un solo istante a tuffarsi nel mare mosso per prestare soccorso ai suoi due compagni.
Tratto in salvo a fatica il primo esploratore, senza un attimo di esitazione si tuffò di nuovo in mare in aiuto del secondo.
Probabilmente lo sforzo fu tale che, tratto in salvo anche il secondo ragazzo, Gino cadde svenuto in pochi centimetri d’acqua. Il giovane scomparve da lì a pochi istanti: furono avviate le ricerche, ma il valoroso e sfortunato capo pattuglia fu ritrovato annegato solo due ore dopo in un canale nelle vicinanze dell’antico porto romano “Adriano”.
Il suo sacrificio rese salva la vita ai due piccoli esploratori, esaltando la sua generosità. Il suo altruismo, la sua responsabilità di capo pattuglia, sentimenti ereditati dalla sua famiglia e vissuti con spirito di testimonianza con i suoi “fratelli scout”. La sua generosità parla ancora ai cuori degli scout di oggi.

Il 21 Febbraio del 2005, a distanza di più di 50 anni, questo gesto eroico è stato ricordato e commemorato con una Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Cosmo Francesco Ruppi nella Chiesa di “San Massimiliano Maria Kolbe” in Lecce.
Erano presenti l’Assistente Ecclesiastico di allora, Don Franco Lupo, che all’epoca era vice parroco di S. Guido, parrocchia da cui provenivano i ragazzi, e di Don Piero Quarta, attuale Assistente del Gruppo Lecce 4.

Alla commemorazione hanno partecipato la novantasettenne signora Speranza Carrozzo, madre del valoroso esploratore, i fratelli e la sorella di Gino.

Tra le persone intervenute c’era ovviamente anche Eleonora, pronipote di Gino e attuale caposquadriglia delle Pantere del Lecce 4.

da Esperienze e Progetti
 


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