BADEN-POWELL E IL NAZISMO

Ricorrendo a testimonianze e documenti in questo dossier sono esaminati e spiegati in modo definitivo i rapporti di B.-P. con il Nazismo e la sua associazione giovanile.
 
L’8 marzo 2010 si sono diffuse tra i giornali di tutto il mondo, compresi quelli italiani, anche sulla base di un lancio dell’agenzia ANSA, una serie di notizie di fonte inglese originate da una declassificazione (o de-secretazione) di documenti dei Servizi Segreti britannici fin qui non accessibili al pubblico. Queste notizie, pur muovendosi su uno sfondo di fatti reali, hanno dato adito, per una esasperata ricerca del sensazionale e dello scoop, a falsità smaccate: si è parlato di “rapporti molto stretti di Baden-Powell coi vertici del nazismo” (ANSA), o del fatto che egli “avesse stretto buoni rapporti con la Hitler Jugend e si preparasse a incontrare Hitler a Berlino” (Blitz, quotidiano on-line) o che “Baden-Powell professasse apertamente la sua ammirazione per l’ideologia nazista e la Hitler Jugend” (El Diario Montanes, ma anche BBC Radio Today), o di una nuova prova “del calore mostrato verso i nazisti da una parte della società inglese negli anni ‘30” (UK Politics and Policy), o di una “infiltrazione” della Hitler Jugend nello scautismo inglese (stampa inglese). B.-P. è stato infine presentato come un ammiratore del Mein Kampf (il libro di Hitler e “bibbia” del nazismo).
Vediamo i fatti e i documenti, e cerchiamo di dare qualche linea di interpretazione.

LO SCAUTISMO IN GERMANIA TRA LE DUE GUERRE

Nel periodo tra le due guerre, nonostante un pullulare di associazioni sedicenti scout (Pfadfinder) nessuna associazione fu giudicata tale da poter essere riconosciuta dall’Ufficio internazionale dello Scautismo. Alcune di esse avevano programmi, attività e metodi improntati ad un netto militarismo. Altre prendevano posizioni politiche – invariabilmente nazionaliste e di destra – in relazione alla revisione del trattato di pace e ai progetti di Anschluss (unione tra Germania ed Austria). Tutte avevano anche un vivissimo tasso di litigiosità reciproca, che faceva sì che continuamente si aggregassero e si disgregassero ed impediva loro di presentare all’Ufficio internazionale una federazione realmente unitaria.
Scrivendo a un tale Franz Habbel (esponente di una federazione di tali associazioni pseudo-scout, il Deutscher Pfadfinderbund), ad esempio, il 1° ottobre 1924 il Direttore dell’Ufficio internazionale Hubert Martin affermava che la posizione dell’Ufficio internazionale circa lo Scautismo in Germania:

“…è che noi siamo estremamente desiderosi di vedere un’associazione scout unita che sia fondata ed operi sulla base di un’autentica impostazione scout quale è formulata da Sir Robert Baden-Powell nel suo libro Scautismo per Ragazzi. Per quanto concerne il Deutscher Pfadfinderbund, il Comitato mondiale è del parere che al momento attuale tale organizzazione: 1. ha una tendenza eccessiva verso idee e metodi militari; 2. ha tendenza ad occuparsi di questioni politiche, e 3. dovrebbe cessare ogni interferenza con lo scautismo in Austria .” (1)

B.-P. era fiducioso che prima o poi il problema dello Scautismo in Germania sarebbe stato risolto. Nella sua mente i tedeschi erano già sostanzialmente appartenenti al Movimento scout mondiale. Nel 1925, ad esempio, gli venne chiesto di scrivere un articolo sulle differenze razziali tra la Gran Bretagna e la Germania. B.-P. rifiutò di scrivere tale articolo e rispose (2 marzo 1925):

“Il Movimento degli Scout e delle Guide, che attualmente si è diffuso in Germania come in tutti gli altri Paesi civili, sta portando un numero considerevole di giovani della generazione emergente – circa due milioni di membri attivi – ad avere un più stretto rapporto e conoscenza personale, in un cameratismo che trova il suo fondamento in un unico ideale di buon civismo ed amicizia .”(2)

Le speranze di B.-P. andarono purtroppo deluse ed al momento della presa di potere da parte di Hitler (gennaio 1933) non vi era ancora in Germania alcuna associazione tedesca riconosciuta. La Hitler Jugend, organizzazione giovanile del regime, che – come i Balilla italiani – aveva manifestato subito la sua intenzione di monopolizzare tutta la gioventù del paese, ottenne, nel giugno 1933, che fosse sciolto un organismo federale giovanile, il Großdeutche Bund, che raccoglieva molti movimenti giovanili, tra cui anche una decina di associazioni sedicenti scout. Altre associazioni scout, esse pure non riconosciute per i motivi suaccennati, facevano parte di un’altra federazione, il Reichschaft deutscher Pfadfinder, che per il momento fu lasciata in vita. Ancora altre associazioni, come i Freishar e i Neupfadfinders, si sciolsero di loro volontà per entrare a far parte della Hitler Jugend.(3)

B.-P. E IL REGIME NAZISTA

B.-P. fu a lungo incerto sul giudizio da dare su Hitler e il Nazismo (così come, del resto, su Mussolini e il Fascismo). Va ricordato che Hitler era giunto al potere tramite regolari elezioni, e che non era molto nota all’estero la particolare brutalità del regime da lui instaurato. Egli quindi alternò a giudizi fortemente critici (in Italia e in Germania i due dittatori hanno “imbrigliato lo spirito e soppresso l’individualità”, mentre lo scautismo “crede nella promozione del desiderio dall’interno del ragazzo piuttosto che in un’imposizione dall’esterno”) valutazioni piuttosto elogiative, magari sullo spunto della sua critica al sistema scolastico tradizionale:

“I dittatori in Germania e in Italia hanno fatto meraviglie nel risuscitare i loro popoli e farne nazioni. Hanno riconosciuto che la mera educazione scolastica non è sufficiente per costruire una generazione di uomini che sia ad un tempo competente, sana e patriottica, cioè una nazione forte. […] La Germania ha amalgamato le sue varie associazioni giovanili in un programma generale di formazione .”(4)

Ma, nell’ottobre 1936, la sua critica è netta e chiaramente riferita alle manifestazioni di massa della Hitler Jugend:

“In vari Paesi altri metodi vengono provati, ed è lusinghiero per noi che essi siano in qualche misura basati sull’organizzazione che noi abbiamo dato al Movimento scout: ma qui l’analogia cessa, perché i loro autori hanno dato alla formazione uno scopo fondamentalmente diverso, e l’hanno imposta con una forma di istruzione obbligatoria della massa anziché ispirare, come facciamo noi, un’autoeducazione volontaria ad opera del singolo ragazzo. È vero che essi ottengono di condurre più grandi quantità di ragazzi sotto l’incantesimo del loro ipnotismo di massa; ma noi otteniamo una qualità più alta di giovani cittadini dotati di un carattere forte .” (5)

E nel discorso alla Conferenza internazionale dell’Aja (agosto 1937), che citeremo più sotto, ribadì il concetto:

“L’unità è oggi ricercata in alcuni Paesi attraverso la coercizione e la repressione delle idee e dell’iniziativa individuale, asseritamente per il bene comune. Ma il pericolo è che questa sia soltanto una unità superficiale, che non viene dal cuore della gente.”(6)

PRIMI CONTATTI TRA HITLER JUGEND E SCAUTISMO

Il Jamboree del 1933 fu tenuto nell’agosto a Gödöllö, in Ungheria, un Paese che era anch’esso revisionista rispetto alla sistemazione post-bellica e quindi in buoni rapporti sia con l’Italia di Mussolini che con la Germania di Hitler. Questo facilitò le visite a quel Jamboree, oltre che di un contingente di ben 1.000 tra Avanguardisti e Balilla moschettieri dell’ONB (7), anche di una delegazione della Hitler Jugend, in perfetta uniforme, guidata dal capo del suo ufficio rapporti internazionali, Karl Nabersberg. Questi si recò l’anno dopo a Londra – sempre in uniforme della HJ – per prendere contatto con l’Ufficio internazionale dello scautismo.
Nabesberg, che era accompagnato da un certo Otto Bene (8), “rappresentante nazista per la Gran Bretagna e l’Irlanda”, e da un funzionario dell’ambasciata tedesca a Londra, von Scherpenberg, incontrò Hubert Martin e un membro britannico del Comitato internazionale, Lord Hampton. La conversazione non mancò di interesse. Secondo il resoconto che ne fece Martin a B.-P.:

“Herr Nabesberg spiegò che lo scopo della sua visita era di sottolineare il desiderio del movimento giovanile tedesco di avere rapporti amichevoli con altri movimenti giovanili di altri Paesi: tra questi, il Movimento scout era il più importante. Naturalmente, era da escludersi che [la Hitler Jugend] si affiliasse agli Scouts o a qualsiasi altro movimento giovanile, ma egli sperava che grazie allo stabilimento di amichevoli contatti informali con i membri dei vari movimenti giovanili ogni incomprensione potesse essere dissipata e che in tal modo si potesse fare qualcosa per far nascere sentimenti amichevoli tra i giovani dei vari Paesi. Aggiunse che la Hitler Jugend non intendeva fare alcuna opera di propaganda in altri Paesi.
La nostra risposta fu che, mentre il Movimento scout poteva riconoscere ufficialmente e accettare tra le sue file solo organizzazioni nazionali non politiche che accettassero i suoi principi nella loro totalità, desiderava, ciò non di meno, rimanere in rapporti amichevoli con tutti gli altri movimenti giovanili che avevano tra i loro obiettivi la formazione del carattere in direzione di un buon civismo e di un’amicizia mondiale. Speravamo che in qualche data futura sarebbe stato possibile per la Germania costituire un’associazione scout tedesca che potesse entrare a far parte della fraternità mondiale degli Scout.
A questo, Herr Nabesberg rispose che per il momento ciò non era possibile, ma che per quanto riguardava il futuro solo il tempo avrebbe potuto dirlo. Per il momento essi dovevano concentrarsi nel conseguimento di uno spirito di unità nazionale tra la gioventù tedesca.(9)

Egli chiese se a futuri Jamboree scout mondiali non sarebbe stato possibile invitare un contingente della Hitler Jugend come ospiti. Noi rispondemmo che mentre avremmo volentieri accolto chiunque volesse venire some semplice spettatore (10), non avremmo potuto ammettere nessuno che non fosse uno Scout riconosciuto a partecipare ai Jamboree scout o ad accamparsi con gli Scout. Se avessimo ammesso un contingente del movimento giovanile tedesco avremmo dovuto fare altrettanto con qualsiasi altro movimento giovanile che lo richiedesse. Questo sarebbe stato impossibile e noi siamo obbligati a limitare la partecipazione ai Jamboree scout unicamente alle organizzazioni che accettino i principi scout nella loro interezza e che siano riconosciute dall’Ufficio Internazionale dello scautismo come membri del Movimento scout mondiale.
Durante il pomeriggio e la serata vari rappresentanti della stampa cercarono senza successo di entrare in comunicazione con me. Verso le 20, peraltro, un giornalista del Daily Telegraph riuscì a trovarmi al mio ufficio in Down Street (11) e insistette per una dichiarazione sul fatto se io avessi visto Herr Nabesberg e, in tal caso, quali fossero stati i risultati dell’incontro. Ho ritenuto che sarebbe stato un errore rifiutare di fare qualunque dichiarazione, in quanto avrebbe indotto a pensare che avessimo qualcosa da nascondere ed avrebbe dato l’impressione che fossimo impegnati in qualche negoziato segreto. Mi ha confermato in questa convinzione il fatto che, secondo quanto mi fu detto dal giornalista, egli aveva cercato di vedere Herr Nabesberg, ma essi avevano rifiutato di vederlo o di fare qualunque dichiarazione. Quindi detti al Daily Telegraph una breve dichiarazione in termini generali.” (12)

Certo, Nabesberg aveva dichiarato che una richiesta di affiliazione della Hitler Jugend come membro tedesco dello scautismo era da escludere: e tuttavia la sua richiesta di partecipazione ai Jamboree (una richiesta che, per esempio, Mussolini non aveva mai avanzato per l’ONB o la GIL) indicava che egli intendeva che la HJ rimanesse, per il Movimento scout, l’organizzazione di riferimento in Germania. Occorre aggiungere che al passaggio da Parigi Nabesberg aveva anche cercato di incontrare gli Scouts de France. Fu forse perché nessuno di questi approcci dette alcun risultato che il regime nazista decise di sciogliere anche il Reichschaft deutscher Pfadfinder (26 maggio 1934).
Più tardi nel 1934 Hubert Martin, in relazione anche ad illazioni della stampa tedesca, evidentemente suscitate o almeno autorizzate da Nabesberg, sui rapporti tra Hitler Jugend e scautismo, ritenne opportuno fare la seguente precisazione, dai termini insolitamente duri:

“Non vi è alcun rapporto di alcun tipo tra l’Ufficio internazionale o la Sede centrale inglese, da un lato, e la Hitler Jugend dall’altro. È un fatto che all’inizio di quest’anno una delegazione della HJ è venuta a Londra per esplorare eventuali contatti che potessero essere posti in essere con il Movimento scout. Tuttavia trovammo che non avevamo praticamente nulla in comune e il colloquio non produsse alcun risultato. La dichiarazione pubblicata da alcuni giornali tedeschi secondo la quale “un’intesa per un reciproco riconoscimento” era stata concordata è del tutto falsa ed abbiamo pubblicato una smentita ufficiale. Non vi è attualmente in Germania alcuna associazione scout, perciò non vi è alcun rapporto né da parte dell’Ufficio internazionale, né da parte della Sede centrale inglese. In ogni caso in una questione come questa la Sede centrale inglese si farebbe guidare dall’atteggiamento del Comitato scout internazionale espresso tramite l’Ufficio internazionale.” (13)

IL DIBATTITO SUI CONTATTI CON LA HITLER JUGEND
NELLO SCAUTISMO INTERNAZIONALE E BRITANNICO

La visita di Nabesberg ebbe comunque come effetto di porre alla Sede centrale dell’associazione inglese il problema dell’atteggiamento da tenere nei confronti del movimento giovanile nazista. Si dovevano tagliare i ponti e isolare la Hitler Jugend in quanto organo di un Terzo Reich governato da una dittatura aggressiva e impegnato in un massiccio e minaccioso sforzo di riarmo, o non era invece il caso di mantenere aperto qualche canale di contatto, soprattutto tra i giovani, favorendo gli scambi di visite come gesto di apertura e di pace? Quale dei due atteggiamenti avrebbe meglio favorito la nascita in Germania, in un futuro magari ancora lontano, di un’associazione scout?
Si crearono ben presto due correnti di pensiero. Da un lato Hubert Martin, l’Ufficio Internazionale ed il Comitato internazionale, fermi sulla prima tendenza: isolare la Hitler Jugend. Dall’altro B.-P., in buona compagnia, sostenuto com’era dal Capo Campo di Gilwell Park, John S. Wilson, e, con qualche cautela di linguaggio, dal Vice Capo Scout e Capo Scout designato Lord Somers, a favore della seconda tendenza: mantenere i contatti. Lord Somers addirittura accolse un gruppo della HJ nella sua tenuta di campagna nello Herefordshire. Sul versante delle Guide, erano a favore dei contatti sia la Presidente del Comitato internazionale Rose Kerr che la Direttrice dell’Ufficio mondiale Katharine Furse. La Kerr, anzi, aveva visitato la Germania nel 1935 con un gruppo di Guide e di Scolte, essendo accolta dal Bund Deutscher Mädel (equivalente femminile della HJ) e rimanendo colpita, da un lato dai chiari segni di antisemitismo, dall’altro dal calore dell’accoglienza. La cosa migliore – concludeva la Kerr – era “che gruppi di essi uscissero dal loro Paese per venire a vedere uno stato di cose più normale”.(14)
Il dibattito continuò per vari anni, e – per smentire coloro che ritengono che gli inglesi preferiscano l’understatement ed i toni felpati – fu assai vivace. Va ricordato che durante gli anni ’30 la dirigenza scout inglese ebbe ad affrontare problemi piuttosto gravi: gli effetti della Grande Depressione sul Movimento scout e il conseguente calo degli effettivi, la grave malattia di B.-P. della prima metà del 1934 (in cui si temette veramente per la sua vita), continui problemi in Sud Africa (dove B.-P. arbitrò con molta fatica un compromesso insoddisfacente tra i vari gruppi razziali) e in India (dove serpeggiavano un crescente nazionalismo e insofferenza per il governo britannico); e questi problemi furono affrontati dal Chief e da tutti i predetti personaggi con la consueta concordia ed unità di azione. Ma non appena tornava sul tavolo il problema dei rapporti con la Hitler Jugend, i due schieramenti si riformavano come per incanto.
Così il 22 agosto 1935 Hubert Martin scrisse una lettera a B.-P. per informarlo che:

“…il Comitato internazionale è unanimemente del parere che non abbiamo niente in comune con la Hitler Jugend e che qualunque contatto tra gli Scout e la Hitler Jugend sia indesiderabile. Il Comitato Internazionale ritiene che il fatto che, a dispetto di sforzi di ogni genere da parte della Hitler Jugend, il Movimento scout in tutti i Paesi ha rifiutato di allacciare legami di qualunque tipo con essa stia avendo gradualmente effetto, e che questa politica sia più suscettibile di produrre la formazione di un’associazione scout genuina in Germania che non un annacquamento dei nostri principi.”(15)

Una corrispondenza tra B.-P. e Lord Somers, nell’agosto del 1936, conferma invece l’accordo dei due, sia pure con qualche sfumatura, sulla linea dei contatti con la Hitler Jugend. Scrive B.-P.:

“Personalmente penso che sia giunto il momento per noi di far prova di un atteggiamento amichevole verso la Gioventù tedesca [la HJ]. Spetterebbe a noi di prendere la guida in questo senso, ma il fatto è che invece lo stanno facendo altri.”

Lord Somers gli risponde:

“Mi convinco sempre più che dovremmo avere qualche tipo di accordo con la Hitler Jugend. Il solo inconveniente che vedo in essa è l’atteggiamento tedesco verso la razza ebraica. C’è stato e c’è, per quanto ne so, un grande e profondo risentimento di un ampio settore del popolo britannico contro il trattamento fatto da Hitler a questa gente, e credo che prima di far qualcosa di preciso dovremmo chiarirci nella nostra mente quale sia davvero il nostro pensiero su di questo. Personalmente non credo che dovremmo penalizzare la Gioventù della Germania o renderla in qualsiasi modo responsabile dell’atteggiamento di Hitler e dei suoi consiglieri verso la razza ebraica, ma sicuramente vi sarebbero moltissime critiche contro un eventuale riconoscimento ufficiale dato da noi alla Hitler Jugend; tuttavia, prima discutiamo di questa cosa, meglio sarà.” (16)

Al successivo Jamboree di Vogelenzang (agosto 1937) un gruppo di scouts tedeschi emigrati cercò di negoziare con Wilson e col conte Teleki, capo degli scout ungheresi, il riconoscimento di un’associazione tedesca in esilio, che aveva gruppi in Francia, Belgio, Paesi Bassi e Gran Bretagna. Esisteva un precedente, poiché l’Ufficio internazionale riconosceva l’associazione russa in esilio. Wilson però, per non pregiudicare la linea di B.-P. di contatti con la Hitler Jugend, rimase assai prudente, e la cosa non ebbe seguito.
Dopo il Jamboree di Vogelensang si svolse all’Aja la Conferenza internazionale, l’ultima a cui prese parte B.-P. Alla Conferenza molti delegati espressero preoccupazioni per la sempre più aggressiva politica della Germania in ogni campo. Vi fu chi – soprattutto la Polonia e i Paesi baltici – addirittura criticò la linea internazionalista del Fondatore dello scautismo: la fratellanza mondiale (questo fu il ragionamento svolto in forma cauta, non dalla tribuna ma nei corridoi), con lo spirito del Jamboree e così via, non finirà per indebolire il patriottismo nazionale, e quindi la volontà di resistere ad un’eventuale aggressione tedesca?
B.-P., che doveva parlare l’ultimo giorno, confidò a Wilson che avrebbe pensato al suo discorso durante la open session (17). Ma nessuno intervenne a tale sessione e B.-P. dovette parlare a braccio, e pronunciò uno dei suoi discorsi più forti, che fu anche il suo ultimo discorso pubblico:

“Per quanto concerne la questione del patriottismo più ampio, non c'è dubbio che questo ultimo Jamboree ha segnato un grosso passo avanti nello sviluppo dell'amicizia internazionale tra i ragazzi.
Alcuni si sono chiesti se non stessimo andando troppo lontano in questa direzione. Quali possano essere le conseguenze ecc. Vorrei ricordarvi, a questo riguardo, che tutte le tappe della nostra storia sono state contrassegnate da uno sviluppo spontaneo.
Quest'ansia dei ragazzi di incontrarsi tra di loro e l'assiduità con cui mantengono viva poi la loro conoscenza per lettera sono sicuramente segni che non dobbiamo, né possiamo, ignorare.
Mi è stata posta ogni tanto la domanda: "Il Jamboree è una cosa buona per il ragazzo, o per il Movimento, o per il Paese, o per i rapporti internazionali?". Ebbene, sono domande che vi chiederei di porre a voi stessi. Personalmente ho le mie risposte, perché prima di prendere qualsiasi decisione in materia di scautismo ho l'abitudine di vedere la questione dal punto di vista del ragazzo.
Personalmente ritengo che siamo sulla giusta strada sia nello sviluppare il carattere e il patriottismo dei singoli giovani in ciascun Paese, sia anche nel promuovere in ogni modo possibile lo spirito di buona volontà che trascura differenze di classe sociale, di credo religioso o di nazionalità e tende a produrre l'unità e la pace nella nazione e nel mondo.”(18)

La Conferenza, peraltro, approvò la risoluzione 15/37 sul “patriottismo”, cui B.-P. non si oppose:

“La Conferenza decide di chiedere al Comitato internazionale di fare tutto il possibile per assicurare che lo Scautismo e il Roverismo in tutti i Paesi, pur promuovendo il vero patriottismo, vengano tenuti genuinamente entro i limiti della cooperazione e amicizia internazionali, senza differenze di religione e di razza, come sempre espresso dal Capo Scout. Pertanto, ogni passo verso la militarizzazione dello Scautismo o l’introduzione di scopi politici, che possono causare incomprensioni e quindi ostacolare il nostro lavoro per la pace e la buona volontà tra le nazioni e le persone devono essere del tutto evitati nel nostro programma.” (19)

Il Comitato internazionale, riunitosi subito dopo la Conferenza, diede seguito alla risoluzione prendendo quattro decisioni che si riferivano direttamente alla Hitler Jugend:
- associazioni non riconosciute dal Bureau internazionale non dovevano essere invitate ad eventi scout nazionali o internazionali;
- la HJ non doveva essere invitata da associazioni scout a visitare i rispettivi Paesi;
- se ragazzi della HJ avessero visitato un Paese come turisti, avrebbero potuto essere aiutati dagli Scout, a condizione peraltro di non indossare uniforme né distintivi;
- Scout in visita ad altri Paesi dovevano portare solo distintivi della propria associazione.

In risposta a queste decisioni, che contraddicevano apertamente la sua linea di mantenere i contatti, B.-P. scrisse a Martin l’8 ottobre 1937 una lettera un po’ risentita:

“Ad onta di ciò che mi hai scritto circa le conclusioni del Comitato internazionale, credo che sia venuta l’ora per noi, almeno nell’associazione britannica, di fare qualcosa per fare amicizia con la Hitler Jugend. A quel che sembra, Benneman è il loro “Ministro degli esteri”, e in origine era uno Scout tedesco (a Pfadfinder Scout); è nell’ufficio di Ribbentrop (20) e proprio ora sta seguendo un corso all’Università di Londra. Per quanto riguarda l’ipotesi che lui e Ribbentrop siano spie, non vedo quale importanza questo possa avere per noi, anche se fosse vero. Né loro né la Hitler Jugend potrebbero fare gran che per convertire i nostri ragazzi al nazismo. Faremmo una figura un poco ridicola se ci mettessimo a emanare decreti contro la fraternizzazione mentre i nostri ragazzi stanno mantenendo ed approfondendo l’amicizia coi ragazzi tedeschi attraverso gli Scout, i viaggi scolastici, i club di volo a vela, l’YMCA, i club di campeggio. Sembra come se noi della Sede Centrale venissimo lasciati indietro, invece di mostrare la via: e i nostri avvertimenti agli Scout non vengono ascoltati.” (21)

In risposta, poi, ad un’informazione di Martin che un certo Riecke, un dirigente giovanile tedesco che intendeva formare un’autentica associazione scout era stato inviato, per queste attività, in un campo di concentramento, B.-P. lo avvertì che:

“l’uomo che mi hai detto essere stato messo in prigione, Rieke [sic], ci è stato messo non per le sue tendenze internazionali, ma per le sue tendenze omosessuali!” .(22)

In relazione a quanto B.-P. scrive a Martin, in effetti vi furono negli anni tra il 1934 e il 1937 alcune visite reciproche tra Scout e Hitler Jugend (in particolare, un Reparto di Tamworth, nello Staffordshire, fu ospite di un gruppo HJ di Amburgo, che poi restituì la visita), ma si trattò sempre di eventi episodici, mai di scambi consistenti.

IL TEA PARTY ALL’AMBASCIATA TEDESCA A LONDRA E I SUOI SEGUITI

Il 19 novembre 1937 B.-P. fu invitato dall’ambasciatore tedesco von Ribbentrop a un tè all’ambasciata. Il suo biografo Hillcourt – finora l’unico ad aver menzionato l’evento, sulla scorta di un’annotazione di B.-P. nel suo diario – presenta l’invito come un tentativo non riuscito da parte dell’ambasciatore di circuire il vecchio Chief:

“Per Baden-Powell fu come una ripetizione del suo incontro con Mussolini. I due tedeschi raccontarono al loro ospite britannico del grande debito che la Hitler Jugend doveva al suo lavoro pionieristico nel campo giovanile. Come nel caso dei Balilla italiani, i capi della gioventù tedesca avevano preso gli aspetti migliori dello scautismo e avevano adattato il programma alle condizioni e presente mentalità tedesca. Non c’era alcuna ragione al mondo, insistettero i tedeschi, perché la Hitler Jugend tedesca e gli scout britannici non fossero grandissimi amici. B.-P. uscì non convinto da questo incontro con von Ribbentrop e von Schirach.”(23)

In realtà, l’invito di von Ribbentrop corrispondeva in pieno alla politica dei contatti di B.-P. e l’impressione di dubbio che si ricava dal racconto di Hillcourt (derivante probabilmente da quello di Olave, che peraltro non prese parte al tè) non appare fondata. B-P., a seguito della visita, stese il seguente appunto per la Sede centrale:

“Il 19 novembre l’Ambasciatore tedesco ha invitato mia moglie e me ad un tè. Poiché mia moglie era impossibilitata a partecipare, venne Mrs. Mark Kerr in rappresentanza delle Guide.
All’Ambasciata fui presentato al Signor Benemann, che mi presentò altresì ad Hartmann Lauterbacher, Capo di Stato Maggiore dei Capi della Hitler Jugend. Si tratta di un giovane che non parla inglese e che sta facendo una visita di qualche giorno in Inghilterra per condurre una ricerca su varie associazioni giovanili. Ritornerà tra poco per una visita più lunga, ed in tale occasione vorrebbe vedere qualcosa del lavoro del Movimento scout. Sia lui che Benemann sono estremamente desiderosi che gli Scout entrino in contatti più stretti col movimento giovanile in Germania.
Ebbi poi una lunga conversazione con l’Ambasciatore che insistette molto sul punto che una vera pace tra le due nazioni dipenderà dal fatto che la gioventù sia allevata insieme in rapporti amichevoli, dimenticando i trascorsi contrasti. Egli vede nel Movimento scout una forza assai potente per contribuire a realizzare tutto ciò, se riusciamo ad entrare in contatti più stretti con la Hitler Jugend in Germania.
Per contribuire a questo suggerì che, se possibile, noi inviassimo una o due persone ad incontrare i loro Capi in Germania e a discutere la questione, e soprattutto vorrebbe che io andassi a incontrare Hitler al mio ritorno dall’Africa.
Gli spiegai le difficoltà che abbiamo avuto con la stampa socialista (24) quando i nostri ragazzi erano apparsi in uniforme a una manifestazione fascista in Germania, e che questo aveva reso necessaria la proibizione per i nostri ragazzi di andare in uniforme. Questo naturalmente li ha scoraggiati dal visitare la Germania, in quanto erano abituati a recarsi all’estero in uniforme. Ho aggiunto che tale embargo era stato adesso revocato e che probabilmente un buon numero dei nostri giovani avrebbe voluto recarsi in Germania durante la prossima stagione.
Ribbentrop mi è sembrato parlare molto seriamente: è un uomo dalla conversazione piacevole, ha molte conoscenze in Inghilterra, ed io avevo conosciuto in India suo zio che era il locale capo dell’Amministrazione Forestale.
Gli ho detto che ero pienamente a favore di qualunque cosa che fosse suscettibile di produrre una migliore comprensione tra i nostri due Paesi e speravo di avere ulteriori conversazioni con lui al mio rientro dall’Africa.
Accludo una lettera che potresti inviargli, se sei d’accordo.”

La lettera, del 20 novembre, era del seguente tenore:

“Eccellenza,
desidero esprimerLe il mio grato ringraziamento per avermi ricevuto ieri, dandomi l’occasione di incontrare il Signor Benemann e il Signor Hartmann Lauterbacher.
Più specialmente sono grato per la cortese conversazione accordatami, che mi ha aperto gli occhi circa il sentimento del Suo Paese verso la Gran Bretagna, sentimento che ricambia esattamente quello che io provo per la Germania.
Spero sinceramente che saremo in grado, nel prossimo futuro, di dare espressione a tale sentimento attraverso la gioventù di entrambi i Paesi. A tal fine mi consulterò subito con i responsabili della Sede centrale e vedrò quali suggerimenti essi possano avanzare.
Partirò per l’Africa giovedì prossimo, ma in mia assenza Lord Somers e il Signor Hubert Martin faranno le mie veci alla Sede centrale degli Scout, per il caso che Vostra Eccellenza o il Signor Benemann vogliano comunicare con la nostra Associazione.” (25)

Dai documenti pubblicati si apprende di un colloquio di Lord Cranbourne, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, con Lord Somers (primi di dicembre 1937), in cui il primo si pronunciò nettamente a sfavore di rapporti stretti con la Hitler Jugend.
Nel suo appunto B.-P. non accenna al seguito che intendeva dare all’invito a recarsi in Germania e a incontrare Hitler, forse perché sapeva di non potergli dare seguito nell’immediato, ma più probabilmente per cautela. Qualche giorno dopo il tè all’ambasciata egli partì per un lungo soggiorno in Africa, da cui tornò – piuttosto indebolito e malfermo in salute – alla fine di aprile del 1938. Nel frattempo si era avuto l’Anschluss (marzo 1938): il fiorente scautismo in Austria fu prontamente soppresso dai nazisti e molti dei suoi responsabili inviati in campi di internamento. Le due associazioni scout austriache – una cattolica, l’altra “aperta” – erano ambedue tra quelle che avevano fondato la Conferenza internazionale, ed avevano preso parte a tutti i successivi Jamboree.
Comunque, Anschluss a parte, le condizioni di salute di B.-P non gli consentivano davvero di prendere in considerazione l’invito a recarsi in Germania. B.-P., che aveva preso l’impegno di partecipare, come nelle estati precedenti, ad una “crociera della pace”, salì nell’agosto 1938 a bordo della nave Orduna, ma non ebbe praticamente la forza di scendere a terra in nessuno scalo, limitandosi a salutare dalla ringhiera della nave gli scout e le guide radunati nei vari porti.
D’altra parte Hubert Martin insisteva sulla sua politica ostile a qualsiasi riconoscimento della Hitler Jugend. Il 25 luglio 1938 scrisse a Lady B.-P.:

“In definitiva sono convinto – come lo è l’intero Comitato internazionale – che qualsiasi indebolimento dei nostri principi di base causato dall’ammissione di organismi che non li accettano dividerebbe l’intero Movimento scout mondiale mandandolo in pezzi. Personalmente preferirei affondare con la nostra bandiera inchiodata all’albero: ma sono sicuro che non affonderemo! Stiamo crescendo in effettivi ed in forza.” (26)

Dopo l’accordo di Monaco – pur se B.-P. approvò sul momento la politica di appeasement di Chamberlain – il tono dei sostenitori dei contatti si fa più prudente. In una lettera dell’ottobre 1938 Lord Somers dice:

“Non voglio impegnare gli Scout in alcun approccio ufficiale verso la Germania o l’Italia al momento attuale: soprattutto i tedeschi appaiono continuare coi loro attacchi agli ebrei e ai cattolici, ed immagino che sarebbe piuttosto difficile persuadere il Dr. Hertz (27) o l’Arcivescovo Hindsley (28) che un approccio ufficiale sia una cosa saggia in questo momento. Tuttavia andrò a vederli tutti e due per discutere la questione. Basandoci sull’art. 4 della Legge scout, continueremo ad incoraggiare singoli Reparti scout e ragazzi a fare altre visite durante la stagione dei campi, e forse troverò l’accordo di tutti per organizzare qualcosa su scala notevolmente più grande”.

In risposta, B.-P., prima di lasciare definitivamente l’Inghilterra il 27 ottobre 1938 per stabilirsi in Africa, gli fece sapere:

“Sono pienamente d’accordo sul tuo atteggiamento verso la Germania nel senso di mantenere una posizione di attesa, finché la situazione non si chiarisca.” (29)

La situazione si chiarì pochi giorni dopo, ma nel senso opposto. La Kristallnacht del 9 novembre 1938 (30) non mandò solo in pezzi le vetrine dei negozi degli ebrei tedeschi, ma anche, e definitivamente, ogni politica di contatti tra il Movimento scout e la Hitler Jugend.
Intanto le condizioni di salute di Martin, che aveva già avuto in precedenza un attacco cardiaco, si erano aggravate. Con l’accordo del Comitato internazionale egli decise di passare a Wilson una parte dei suoi compiti (ottobre 1938). Martin morì nel novembre 1938 e B.-P., dall’Africa, scrisse di lui un commosso ricordo.

IL SERVIZIO SEGRETO BRITANNICO E LA HITLER JUGEND

Dalle carte dei Servizi Segreti inglesi emerge che Hubert Martin si incontrò con essi e discusse il problema dei contatti con la Hitler Jugend. Un appunto dei Servizi del 29 novembre 1937 dice:

[Il Signor Martin] mi ha consegnato l’appunto di Baden-Powell [sul tè all’Ambasciata tedesca]. Gli ho detto che le attività di Benemann in relazione al circolo anglo-tedesco erano una piccola parte di una propaganda tedesca su larga scala mirante a promuovere l’amicizia anglo-tedesca. Gli ho detto che non ero in grado di consigliarlo circa la politica che sarebbe auspicabile che il Movimento scout seguisse verso questi approcci tedeschi. Ho concordato con lui che si tratta di un problema importante che ritenevo che la dirigenza del Movimento scout poteva voler discutere con qualche esponente del Governo. La mia preoccupazione in questa materia era semplicemente di ottenere informazioni su attività come quelle di Benemann, data la loro connessione generale con la politica estera del Governo tedesco e le loro connessioni a grandi linee con le attività della NSDAP [il partito nazista] in questo Paese
Gli ho brevemente menzionato le altre organizzazioni che promuovono lo stesso scopo, cioè la Anglo-German Fellowship, il Link, e così via, e gli anche detto che eravamo molto interessati in Otto Firsle, che stava sviluppando la HJ tra i giovani tedeschi qui residenti, Martin mi ha detto che Lord Baden-Powell, durante la sua assenza, ha affidato la gestione degli aspetti internazionali del Movimento a lui stesso e a Lord Somers (quest’ultimo probabilmente succederà a Baden-Powell come Capo Scout). Avrebbe quindi discusso la questione con Lord Somers, e riteneva che sarebbe stato opportuno che Lord Somers la trattasse con le istanze appropriate”. (31)

Probabilmente questi rapporti di Martin coi Servizi non erano estranei al deciso atteggiamento da lui assunto contro legami formali con la Hitler Jugend. Ciò che dalle carte non risulta è se e come egli ne abbia tenuto informato B.-P.
In ogni caso i Servizi inglesi presero molto seriamente le attività “turistiche” dei giovani della Hitler Jugend – in particolare dei gruppi ciclistici – che visitarono l’Inghilterra tra il 1937 e il 1938: gran parte dei documenti ora pubblicati si riferiscono alla sorveglianza su questi gruppi. Già nel maggio 1937 il Daily Mail pubblicò un articolo su queste “ciclospie”(32) . Si diceva che le direttive della federazione cicloturistica tedesca consigliassero ai giovani di “prender nota dei nomi dei luoghi, dei fiumi, dei mari e delle montagne: forse un giorno potrete utilizzarli a beneficio della patria ”(33). Questi gruppi – risulta dai documenti ora pubblicati – vennero a lungo discretamente sorvegliati dalla polizia inglese, ma senza che risultasse mai nulla di preciso (34).

B.-P. E IL MEIN KAMPF

B.-P. tenne per tutti gli anni della sua vita adulta un diario, contenente annotazioni succinte sulle persone incontrate e le cose fatte. Per la data del 6 ottobre 1939 (era allora a Nyeri, in Kenya, e l’Impero britannico era in guerra contro la Germania nazista e l’Italia fascista) scrisse:

“Costretto a letto tutto il giorno. Letto Mein Kampf. Libro meraviglioso (wonderful), con buone idee sull’educazione, salute fisica, propaganda, organizzazione ecc.; ideali che lo stesso Hitler non mette in pratica.” (35)

Il diario non era, naturalmente, destinato alla pubblicazione: altrimenti B.-P. non avrebbe utilizzato l’aggettivo, indubbiamente infelice, di wonderful (che peraltro ha anche il significato di “stupefacente”, “strabiliante”). Ma B.-P. – come sottolinea benissimo il suo biografo non scout Tim Jeal – in sostanza lodava quelli che, nel libro di Hitler, erano dei prestiti dallo scautismo, in qualche caso apertamente ammessi dalla propaganda nazista: e denunciava l’ipocrisia del nazismo, che non metteva minimamente in pratica gl’ideali che proclamava. Nessuna menzione e tanto meno approvazione, nel diario, di quelli che erano i capisaldi dell’ideologia nazista, primo fra tutti il ruolo della razza germanica come Herrenvolk, la razza dei signori destinata al dominio del mondo.

IL MANUALE SCHELLENBERG

Nell’estate 1940, dopo la sconfitta della Francia e l’occupazione di Parigi e della costa atlantica, i nazisti si misero a preparare lo sbarco in Gran Bretagna. A tal fine il generale delle SS Walter Schellenberg, uno dei capi dei servizi segreti di Hitler, mise a punto uno straordinario documento, l’Informationsheft Groß Britannien (“Manuale di informazioni sulla Gran Bretagna”), con un allegato, Sonderfahndungsliste Groß Britannien (“Lista speciale di ricercati per la Gran Bretagna”).
L’Informationsheft Groß Britannien, stampato in 20.000 copie, comprende una parte sul “Sistema educativo” con due sotto-sezioni: le “public schools”(36) , e il “Movimento scout internazionale”. Quest’ultimo è visto come organizzazione premilitare e spionistica (caratteristiche che lo scautismo certo non aveva, e che invece non erano estranee alla Hitler Jugend):

Sebbene le organizzazioni nazionali dello scautismo siano interamente dedicate all’educazione premilitare della gioventù, il Movimento scout è uno strumento di potere camuffato al servizio della politica culturale britannica ed una eccellente fonte di informazioni per l’Intelligence Service britannico. Lord Baden-Powell è stato agente segreto contro la Germania nel corso dell’ultima guerra (37). Lo scioglimento dell’associazione scout austriaca ha, tra l’altro, fornito la prova dei legami tra il Movimento scout e i servizi segreti.”(38)

Per quanto concerne i ricercati scout della “Lista speciale”, il nome di spicco è naturalmente quello di B.-P., di cui i nazisti ignoravano che si fosse ormai stabilito in Africa. Vi si trovano poi anche i responsabili dell’Ufficio internazionale dello scautismo (compreso Hubert Martin, deceduto da oltre un anno), ed inoltre gli esponenti tedeschi emigrati che in occasione del jamboree di Vogelensang del 1937 avevano avuto contatti con Wilson per l’organizzazione di un’associazione scout tedesca in esilio e che assieme ad altri guidavano il Deutsche Jugendfront, Fronte della gioventù tedesca (antinazista), con sede nei Paesi Bassi. Si può immaginare quale sorte sarebbe stata riservata alle persone nella lista, dato che il capo designato della polizia nazista per la Gran Bretagna era il noto Franz Six .
Nel complesso, l’episodio da solo basta a far giustizia delle “simpatie naziste” attribuite ad una persona che i nazisti si apprestavano ad arrestare e a spedire in campo di concentramento.

CONCLUSIONE

Sia i documenti che, a ben guardare, anche le loro azioni mostrano chiaramente che Baden-Powell e i suoi collaboratori – Lord Somers, Wilson, la Furse e la Kerr – non avevano alcuna simpatia per il nazismo ed erano totalmente impervi alla sua ideologia ed ai suoi metodi. Soltanto, essi ritenevano che forse i ragazzi potessero essere recuperati e che comunque ad essi non dovessero addossarsi le colpe degli adulti. Per quanto riguarda più propriamente la sfera politica, essi ritenevano – ed in questo non erano affatto isolati – che la guerra potesse essere evitata seguendo la politica di appeasement di Chamberlain. L’una e l’altra convinzione peccavano, naturalmente, di ingenuità: per quanto riguarda la prima, B.-P. sembra a tratti considerare la gioventù – come del resto Maria Montessori considerava l’infanzia – come una categoria a sé stante, una tabula rasa poco condizionata dalle generazioni precedenti ed in grado, in una certa misura, di risollevare (la Montessori diceva “redimere”) l’umanità. Per quanto riguarda la seconda, non vi è dubbio che a B.-P. e ai suoi, forse un po’ prigionieri dell’apoliticità del Movimento, sfuggiva la dimensione della propaganda nazista, il suo dominio sulle coscienze anche giovanili, la spregiudicatezza e la brutalità del nazismo, il suo piano di dominio totale sull’Europa. Ma ciò non significa affatto che in essi vi fosse un cedimento ideale, una abdicazione agli ideali della libertà e della democrazia, una rinuncia a principi come la formazione individuale del carattere o la volontarietà del Movimento Scout.
Queste loro convinzioni – che ne facevano in potenza, e durante la guerra anche in atto, dei fermi anti-nazisti – erano ben note e non messe in discussione neppure da coloro che non erano d’accordo sulla linea dei contatti con la Hitler Jugend. Non si spiega altrimenti che, quasi in punto di morte, Martin, col pieno sostegno del Comitato mondiale (ossia, tutti coloro che si erano fermamente opposti a tale linea), raccomandasse, come proprio successore, proprio quel John “Skinner” Wilson che in precedenza si era sempre mostrato aperto verso tali contatti.
E soprattutto non si spiega che, durante la guerra, lo stesso Wilson, allora Direttore dell’Ufficio internazionale, pur tenendo ben distinti i due ruoli, lavorasse anche per il “Special Operations Service” (uno dei servizi segreti britannici), dirigendone la sezione “Scandinavia”, destinata ad appoggiare i gruppi di resistenza in Norvegia e Danimarca. Certamente il SOS non avrebbe mai affidato un incarico così delicato a un personaggio che potesse essere anche lontanamente sospetto di simpatie naziste.
Quest’ultima considerazione mostra, meglio di ogni altra, come il contrasto tra le due tendenze sopra descritte non potesse in alcun modo definirsi come un conflitto tra una linea anti-nazista e una pro-nazista, ma solo una differente valutazione su come in concreto portare avanti, in quel difficile momento storico, i principi e i valori ideali del Movimento scout.

Mario Sica
da Esperienze e Progetti

Note:
1)Archivio Scout Britannico (ASB).
2)Ibid.
3)W. Laqueur, Young Germany: A History of the German Youth Movement, London, 1967, 133-34, 156, 201, cit. in Jeal, 545.
4)Bozza di articolo in BSA Microfilms. Per l’attrazione esercitata su B.-P. dai Balilla, cfr. M.Sica, Storia dello Scautismo in Italia, Roma, 2006 (4a ed.), pp.
5)Jamboree, ottobre 1936.
6)Discorso alla Conferenza Internazionale dell’Aja, ora in Taccuino, pp. 281-284.
7)La visita fu uno dei risultati dell’incontro tra Baden-Powell e Mussolini (marzo 1933).
8)Forse lo stesso Benemann nominato più oltre. L’organizzazione era l’equivalente nazista dei Fasci italiani all’estero.
9)Questa argomentazione riecheggia quella di Mussolini a B.-P.: “[Mussolini] era convinto che lo sviluppo di un intenso spirito nazionalista fosse necessario per gl'italiani in un primo stadio, prima che essi potessero prendere in esame i sentimenti delle altre nazioni. Tale secondo tempo avrebbe potuto venire in un'altra generazione”. Cfr. Storia dello scautismo in Italia, 4° ed., 2006, p.
10)Cioè in qualità di visitatore.
11)Hubert Martin era nella vita civile il capo dell’Ufficio Passaporti presso lo Home Office (corrispondente al nostro Ministero dell’Interno).
12)In ASB.
13)In ASB.
14)Rapporto sulla visita, Katharine Furse Papers citati in T. Jeal, Baden-Powell, p. 546.
15)Appunto di Martin a B.-P., Somers Papers, ASB.
16)La corrispondenza in ASB.
17)Sessione dedicata alle varie.
18)Discorso alla Conferenza Internazionale dell’Aja, ora in Taccuino, pp. 281-284.
19)World Scout Bureau, World Conference Resolutions, alla data.
20)Joachim von Ribbentrop era allora l’ambasciatore tedesco a Londra. Nel 1938 Hitler ne farà il proprio Ministro degli Esteri. Giudicato colpevole a Norimberga di cospirazione e crimini contro la pace, atti di aggressione, violazione della Convenzione di Ginevra e crimini contro l’umanità, sarà giustiziato il 16 ottobre 1946. Benneman era evidentemente un suo collaboratore all’Ambasciata.
21)Lettera a Martin, Somers Papers, ASB.
22)Idem, ibidem.
23)W. Hillcourt, with Olave Baden-Powell, Baden-Powell, The Two Lives of a Hero, p. 380. Come vedremo subito, non era Baldur von Schirach che era ospite di von Ribbentrop, ma Hartmann Lauterbacher.
24)Intendi: la stampa laburista.
25)Appunto e lettera non erano fin qui noti ad ASB e sono contenuti nel materiale dei Servizi segreti desecretato.
26)In ASB.
27)Il Rabbino Capo.
28)Un Arcivescovo cattolico.
29)La corrispondenza in ASB.
30)Quella che vide un'ondata di aggressioni e di devastazioni, accuratamente organizzata, alle case, negozi e sinagoghe degli ebrei in tutta la Germania.
31)Carte dei Servizi segreti inglesi desecretate. Pochi giorni dopo questo appunto, come abbiamo visto, Lord Somers incontrò il Sottosegretario agli Esteri Lord Cranbourne.
32)In inglese spyclists, contaminazione tra spy e cyclists. Un ritaglio di stampa contenuto nei documenti del MI5 ora pubblicati, con una bella foto di 20 ciclisti della HJ, è quello intitolato German Youth Entertained at Spalding, pubblicato sulla “Lincolnshire, Barton and Spalding Free Press”, 3 agosto 1937.
33)Consiglio curioso, visto che tali nomi sarebbero stati facilmente ricavabili da qualunque carta topografica inglese: forse un’utilità maggiore avrebbero avuto fotografie di ponti, stazioni ferroviarie e simili.
34)Un ulteriore appunto dei Servizi segreti ora pubblicato riassume così in data 21 gennaio 1938 la visita di Lauterbacher in Inghilterra: “Lo Stabsführer Lauterbacher, del Reichsjugendführung [Direzione della Gioventù del Reich] ha visitato questo Paese nel novembre 1937. Scopo principale della sua visita è stato la promozione di rapporti più stretti tra il Movimento scout e la Hitler Jugend e a tal fine ha avuto un colloquio con Lord Baden-Powell. Ha visto anche varie personalità, tra cui due membri del Board of Education e il ten-col. T.H. Wand Totley, Comandante della Scuola di Educazione Fisica dell’Esercito di Aldershot. Non è noto lo scopo esatto di Lauterbacher nell’entrare in contatto con quest’ultimo, ma presumibilmente lo ha fatto nel suo intento di stabilire contatti con ogni genere di persone in questo Paese interessate nell’organizzazione della gioventù, nella sua educazione e nella sua formazione fisica”.
35)Citato in T. Jeal, cit., p. 550.
36)Le public schools sono i noti collegi privati inglesi dove si formavano le élites del paese; lo stesso B.-P. aveva studiato alla public school di Charterhouse.
37)B.-P. stesso (cfr. La mia vita come un’avventura) smentisce questa notizia, che il Governo inglese lasciò correre ad arte durante la prima guerra mondiale. Stupisce che i nazisti ci credessero ancora nel 1940.
38)Si ignora a che cosa il Manuale si riferisca. Non si può escludere che, al momento dell’Anschluss, i nazisti siano venuti in possesso di qualche documento attestante i legami delle disciolte associazioni scout con i servizi segreti del Governo austriaco.





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