UN PO’ DI STORIA DEL SANTUARIO DI SOVIORE


Ognuna delle comunità cristiane delle Cinque Terre teneva un “Hospitale”, luogo di ospitalità cristiana per i viandanti, là dove il suo territorio era toccato da una antica strada che - al di sopra e dietro i promontori della costa - partendo dalla Via Aurelia a Sestri Levante, ad essa si ricongiungeva nel golfo della Spezia.
Il suo percorso medievale dovrebbe rispecchiare quello antico, in quota: pieve di Framura, “Chiesa rotta” di Reggimonti di Bonassola, pieve di Ceula (Montale), Soviore, Reggio di Vernazza, San Bernardino di Corniglia, Volastra, Montenero di Riomaggiore, Biassa.
A Soviore questa strada longitudinale si incrociava con una trasversale che saliva dal mare e si snodava al1’interno verso lo Zerasco.
Infatti, fino al ‘500, un’unica “masseria” gestiva, con quello di Soviore, l’hospitale di Monterosso, vicino al mare, e quello di Padivarma, presso il ponte sul Vara.

Ogni hospitale offriva un tetto, una minestra calda e un luogo di preghiera. Nei santuari delle Cinque Terre, non vi era una chiesa con una foresteria, ma una foresteria con una chiesa. Questo oratorio era per lo più dedicato alla Vergine. I molti viandanti ospitati a Soviore portarono con se e diffusero la riconoscente devozione a Maria, venerata ivi nella ricorrenza primordiale del 15 agosto. Negli anni ‘60 vi si giungeva ancora a piedi dal Pontremolese, dal Sarzanese, e da Deiva.

Gli scavi sin qui compiuti hanno portato alla luce parte delle mura perimetrali di una chiesa più antica dell’attuale del ‘300. Più piccola, più povera (ha il pavimento in terra battuta), perfettamente coassiale cosicché la nuova è la vecchia... cresciuta.
Nei secoli XIII-XIV, la Liguria ebbe un periodo di prosperità, e costruì o ricostruì le sue chiese rivierasche.
Con la nuova chiesa Soviore si dette anche un’immagine della Vergine, commissionandola alla scuola artigiana sveva che nell’Italia del Nord attraverso il Brennero diffondeva le sue opere. È una “Pietà’ realizzata nel decennio 1390-1400, secondo uno schema compositivo che giungerà fino a quella vaticana di Michelangelo.
La chiesa e l’area circostante rivelano una caratteristica cimiteriale, però limitata come compete a un luogo che accoglie viandanti, pellegrini e testatori devoti. Il documento scritto più antico del Santuario è, appunto, un testamento del 1244 conservato nell’Archivio di Stato di Genova, mediante il quale un tal Avenante dispone di essere trasportato e sepolto a Soviore.

In una “Guida direzionale ligure” edita nel 1887-88 in S. Margherita Ligure da A.F. Bainusso, alla voce SOVIORE, si parla di una “sepoltura fatta a mo’ di cripta tutta di tegoli con entro vani vasi simbolici pagani con marca chiarissima della fabbrica di Arezzo, che viveva sul finire della Repubblica Romana, rinvenuta il 22 aprile 1882 ed abbandonata in una sala del Municipio a Monterosso con disonore di tutti gli archeologisti”.
E in verità, reperti archeologici andarono distrutti negli eventi bellici del 1945, col palazzo comunale di Monterosso nel quale erano conservati.


Don Sandro, accompagnando i pellegrini, usava aggiungere a queste notizie, di suo, “a braccio”:

"L’Ospizio di Soviore divenne una importante punto di riferimento e di accoglienza cristiana. Esso consisteva di locali per l’alloggio, il rifocillamento e la preghiera. Il suo Oratorio era genericamente dedicato a Santa Maria. Pertanto la festa era celebrata nel giorno dell’Assunzione di Maria, il 15 agosto. I pellegrini ed i viandanti che nei secoli vi hanno trovato ospitalità, ne diffusero la fama e la devozione. Nel 1974, il Papa Paolo VI ha costituito la Beata Vergine Maria del Soviore, celeste e principale pa­trona della diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato.

Come già accennato, l’immagine sull’altare è datata 1390-1400. Nel 1975 è stata portata a Roma da cari amici, assieme al nostro Vescovo di allora, Mons. Giuseppe Stella (che mi consacro’ sacerdote) e io andai a riprender1a, non avendo potuto muovermi dal Santuario per l’andata a Roma. Questa immagine, che è stata tutta ripulita a spese della Soprintendenza, essendo opera d’arte, aveva sovrapposte, una sull’altra, delle pitture, che nelle varie epoche si usavano per la conservazione del le­gno. Una volta ebbe una “colata” tutta azzurra; un’altra volta fu immersa in una leggera “colata” d’oro: quei fiori di giglio che ora vedete nel suo manto, sono il ricordo di quella “colata”. Come ho detto, è statua lignea, si pensa di fico, e di autore ignoto. Probabilmente fu commissiona­ta sul luogo, oppure l’autore portò con sé il legno e lo lavorò nella sua Svevia (una regione della Germania). Ora, così come la vedete è restituita all’originale, cioè, sotto questa “pittura” c’è esclusiva­mente il legno. La Vergine qui è raffigurata come regina, infatti notate che il suo manto è del colore violaceo-purpureo dei mantelli regali. E anche l’abito è del rosso regale. La mantiglia piccola, quasi come uno scialle color dorato, abbracc­ia il suo capo e le spalle ed è volutamente gettata sul capo, all’indietro, per provocare le pieghe che la adornano come una corona regale. Notate, poi, che il Cristo morto è sproporzionato, rispetto alla madre. Quasi fos­se ritornato bambino sulle sue ginocchia e braccia. E la madre, qui, è più giovane. Da studi fatti si è concluso che queste Pietà’ erano eseguite apposta così e venivano collocate, specie dagli ordini femminili e cistercensi, nelle loro cappelle, alla adorazione e meditazione dal Venerdì santo alla notte dell’alleluia. Noterete che la Vergine non è affranta, ed anche se mesta e sofferente, è quasi estatica, dolce, quasi serena dopo il dolore immenso precedente, perché è certa che il suo Figlio risorgerà.

Carissimi pellegrini, voi, oggi, siete qui davanti a Lei, premurosi e fi­duciosi. Voi, oggi, siete un grande anello di una lunghissima catena, che qui è sempre giunta da ogni dove e, dopo di voi ancora proseguirà. Rimanete annodati a Lei e a suo Figlio. Quando uscirete dal santuario, Lei sarà sempre accanto a voi con suo Figlio Gesù. E potrete gustare, sul piazzale, la natura meravigliosa che il Dio creatore ha voluto donarci in questo luogo benedetto.

don Sandro."

 

(Ringraziamo Gianna, per anni paziente segretaria di don Sandro, per averci passato queste interessanti notizie sul Santuario e per aver raccolto dalla voce di don Sandro la successiva chiacchierata)

 

 


 

I riferimenti del Santuario di Soviore sono:

Telefono: 0187 817385 Fax: 0187 817097

http: www.soviore.org

 


Comunità Scout di Soviore

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