Ritratti di personaggi dello Scautismo
DON TARCISIO BELTRAME
Una vita dedicata ai giovani e allo Scautismo

Il 20/2/2003, al’età di 96 anni, è morto Don Tarcisio Filippo Beltrame Quattrocchi.
 Filippo Tarcisio era nato a Roma il 15  ottobre 1906, primogenito dei quattro figli di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, beatificati da Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001. Entrato a 10 anni nello Scautismo cattolico, percorrendo tutte le tappe educativo da Lupetto fino a Capo maturando , fin dall’età di 15 anni, la propria vocazione sacerdotale. 
Entrato in Seminario al Collegio Capranica di Roma nel 1924 dopo quattro anni unitamente al fratello P.Paolino  si trasferiva nel Monastero Benedettino di San Giovanni Evangelista di Parma  e il 21 dicembre 1930 veniva consacrato sacerdote. 

Dopo lo scioglimento del movimento scout, voluto nel 1927 dal Fascismo, Don Tar, come veniva familiarmente chiamato, operò all’interno dell’Azione Cattolica fino al 1941 quando, con lo scoppio della seconda guerra mondiale fu inviato come Cappellano Militare in Marina, dapprima nel 4° Gruppo  Sommergibili, poi nella VII Divisione Incrociatori, fu due volte decorato al valore sul campo e  partecipò poi alla Resistenza, assieme al  fratello, fino al termine del conflitto.  

Nel 1945 fù uno dei primi ad impegnarsi nella rinascita dello Scautismo Cattolico a Roma e quindi, rientrato a Parma, unitamente a P.Paolino,  fondava nel Monastero benedettino di San Giovanni, il 21 dicembre 1945 il Riparto ASCI Parma V intitolandolo al martire partigiano Maggiore Max Casaburi ( e successivamente il Riparto AGI Parma II, dove sarebbe dopo la scomparsa di Don Ennio Bonati (Aquila Randagia, 1915-1950) approdato anche Luigi Andreoli (1906-1991), fondatore dello Scautismo Cattolico parmense nell’anteguerra. Don Tarcisio estese il suo impegno pastorale al mondo della scuola, alle opere di assistenza fondate dal fratello Paolino e alle giovani coppie di sposi, delle quali, in molti casi, diviene apprezzato consigliere spirituale. 
            Lasciata Parma nel 1955 e rientrato a Roma, si dedicò all’insegnamento nei licei romani e all’opera educativa in diversi gruppi scout della capitale, pur mantenendo stretti contatti con lo Scautismo parmense, collaborando alla fondazione del gruppo AGESCI Parma 8 della SS. Annunziata e più  tardi della Comunità dei Foulards Blancs, partecipando a numerosi campi e iniziative degli stessi gruppi. 

Regolarmente in veste di Sacerdote Foulard Bianco, partecipava da oltre cinquant’anni insieme alla sorella Enrichetta  ai pellegrinaggi dell’Unitalsi  al Santuario di Lourdes, dove prestava  servizio insieme ai suoi ragazzi agli ammalati.
            A partire dal 1995 veniva chiamato nella redazione della rivista nazionale degli scout dell’AGESCI, dove attraverso la rubrica “ posta all’assistente ecclesiastico”  continuava la sua opera di apostolato e servizio alle giovani generazioni.  
            Dopo aver assistito, con il fratello Paolino e la sorella Enrichetta alla elevazione alla gloria degli altari dei propri genitori, si spegne serenamente all’età di 96 anni il 20 Febbraio 2003, lasciando in eredità allo Scautismo italiano, oltre ad una esistenza di dedizione totale e di servizio, il testo del famoso canto  Al cader della giornata” da lui scritto nella clandestinità nel 1944 e la traduzione di “Stella in alto mare” del francese Guy de Larigaudie.
 
 
La morte non ha sorpreso don Tar, come sempre era preparato. Leggete la sua Lettera di Partenza