Ricordi,
emozioni ed impressioni della Capo Campo
26
dicembre – Stazione di Chiusi
I ragazzi devono ancora arrivare, siamo in buon anticipo. La pattuglia
di Intendenza si guarda attorno un po’ stranita: sono tutti buoni
amici, ma alla loro prima esperienza di questo genere e perciò
assolutamente (e fortunatamente!) ignari di cosa li aspetta. Lo smarrimento
dura un attimo, prendono posto a un tavolo e organizzano l’accoglienza
con precisione svizzera: il ragioniere, il contabile e la segretaria!
Il clima si fa subito allegro e operoso, hanno tutti superato da un po’
i 40, ma ridono come lupetti alla loro prima caccia, felici di ritrovarsi
a vivere un’avventura nuova e fuori dall’ordinario. C’è
una luce diversa in quegli occhi che vedo quasi tutti i giorni…Questo
clima si manterrà per tutta la Route, in un crescendo di competenza
e gioia anche nelle difficoltà.
I ragazzi iniziano ad arrivare, il lavoro procede gioioso e spedito. Questa
Route inizia con buoni presupposti, i frutti di tanta preghiera e di tanto
lavoro si iniziano a vedere ancor prima di cominciare…
Abbazia di S. Antimo
Sorella Pioggia era già qui ad attenderci e accoglie i ragazzi
che arrivano a gruppi. Volti curiosi e un po’ smarriti di chi è
alla prima esperienza e non sa bene cosa aspettarsi, volti che si aprono
al sorriso ritrovando amici che forse vedono solo una volta all’anno
e magari hanno anche l’uniforme diversa, ma che al cuore sono più
cari di fratelli. Le voci portano accenti di tante regioni, le uniformi,
non tutte uguali ma in fondo così simili, ci ricordano che qui
il 4° articolo della Legge (che per non far preferenze è proprio
quella originale di B.P.) è vissuto in pienezza… anzi, qualcuno
l’uniforme non ce l’ha nemmeno perché si è lanciato
in quest’avventura senza mai essere stato scout!
Poi la Messa in questa splendida Abbazia che ci parla della fede di tanti
secoli e alla sera un grande cerchio di amicizia con la presentazione
dei gruppi, 155 volti stipati in un salone enorme che ora sembra minuscolo.
Il ghiaccio è rotto e dopo poche ore sembra di essere insieme da
sempre…
Don Guido apre ufficialmente questa Route presentandoci il tema: l’amore
in S. Caterina, la sessualità, la Chiesa… (quanti argomenti
e che argomenti!) e ci ricorda la storia di questi campi, che da più
di un quarto di secolo, a Natale e a Pasqua, radunano scout e non scout
di ogni associazione e provenienza, per far loro una proposta forte di
scoutismo, spiritualità e strada.
L’esame di coscienza con la Legge scout chiude questo primo giorno
e tutte queste persone spariscono nel silenzio, come non fossero neanche
lì.
27
dicembre – Pienza, la città papale
Le Unità di origine sono state sciolte per formare nuovi Noviziati,
Clan, Fuochi e Compagnie di S. Giorgio. L’appartenere ad associazioni
diverse incuriosisce, ci si scambiano domande ed esperienze, si condividono
ricchezze e si scoprono affinità.
Frate Vento e Sorella Pioggia ci hanno accompagnato per tutto il giorno
e per tutti i 20 km di strada fangosa e allagata. Nessuno si è
lamentato stamattina alla partenza, nessuno si lamenta adesso. A buio
fatto, le Unità arrivano alla spicciolata: la stanchezza è
disegnata sui volti, qualcuno (come in ogni esperienza seria di Strada)
ha anche toccato il fondo, ma gli occhi non sono più gli stessi
di stamattina… C’è chi ha cantato sotto la pioggia
per tutto il giorno, chi ha perso la strada ma non lo spirito, chi ha
incontrato difficoltà ma con la forza degli altri è arrivato
in fondo.
Guardo questi ragazzi provati dalla fatica ma gioiosi e mi chiedo perché
nessuno si lamenta di un accantonamento troppo stretto o dei 5 minuti
di strada sotto la pioggia per andare ai bagni… Cosa hanno trovato
sulle strade fangose della Val d’Orcia? Chi hanno incontrato?
Anche stasera l’incontro con Gesù nella celebrazione eucaristica
in cattedrale: i canti accompagnati dall’organo sono ancora un po’
incerti, ma fanno già un certo effetto. Qualcuno cade letteralmente
dal sonno, ma qui il cuore veramente si riposa. Tra tutti, un commento
raccolto a caldo: “La giornata di oggi vale una Route!”.
28
dicembre – ancora Pienza
Tutt’intorno all’orizzonte nuvole nere, ma su di noi sereno!
Che meraviglia questa campagna senese lucida d’acqua e splendente
di sole! Le Lodi del mattino ci offrono l’occasione di ringraziare
il Signore di questi doni e le nostre voci, forse non perfette ma ogni
volta più appassionate, risuonano nella chiesa come un coro di
monaci in un’abbazia medievale: “Benedite, sole e luna, il
Signore… Benedite, piogge e rugiade, il Signore… Benedite,
monti e colline, il Signore… Benedite, figli dell’uomo, il
Signore…”. Mi chiedo quanti di questi ragazzi a casa si sarebbero
prestati a qualcosa del genere… Ora cantano convinti e si rendono
conto che più cantano forte e bene (in un’amichevole “sfida”
tra voci maschili e femminili) più la bellezza del canto conduce
alla preghiera.
Un altro pezzo del tema da meditare lungo la strada, poi zaino in spalla
e si riparte, avendo già dimenticato la stanchezza di ieri.
Le Unità qui formate ormai sono vere Comunità, fatte di
aiuto reciproco, condivisioni profonde, linguaggi che solo loro comprendono…
è bastato un giorno! Al Consiglio serale, un Capo Unità
dirà: “Mi commuoverò a lasciare questi ragazzi!”
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Dopo un’altra giornata di marcia nel fango, con l’aggiunta
di qualche guado in ammollo, un lusso insperato: le docce calde! Alcune
Unità aspettano il loro turno, altre cucinano, ma tutte sono sedute
in piccoli cerchi e discutono animatamente del tema: siamo entrati nel
vivo, dove le proposte toccano dentro e non lasciano più indifferenti.
Ogni tanto qualcuno si alza e si mette in fila per la Confessione. Clima
gioioso e sereno, senza eccessi né cadute di stile: ma questi ragazzi
vengono da Marte o sono quelli che incontri tutti i giorni per la strada?
Certo il campione non è rappresentativo, ma non credo siano già
tutti santi: è quest’aria che si respira in Route che aiuta
a cambiare, da subito, e a prefiggerci di essere diversi anche a casa.
Alla sera, dopo la Messa, proviamo a condividere qualcosa della vita di
questi monaci che ci ospitano: don Guido ci propone il silenzio monastico
dalla benedizione serale fino al canto mattutino “Signore, apri
le mie labbra”. Certo è una bella sfida quando si è
così tanti e tutti riuniti in un unico spazio. Mi meraviglia il
fatto che non ci sia bisogno di richiami, neanche al risveglio: tutti
si alzano, si preparano ed escono in perfetto silenzio, tanto che una
famiglia che dorme insieme a noi neppure si sveglia! Non può essere
solo forma, qui vedo un’adesione del cuore e un altro dono della
Strada.
29
dicembre – Siena
La giornata di oggi ci ha portato nei luoghi più significativi
della vita di S. Caterina ed anche questo aiuta a capire meglio la santità
di questa piccola donna chiamata a grandi imprese.
A differenza delle grandi basiliche che abbiamo visto oggi, la cripta
del convento che ci ospita stasera è accogliente e raccolta. I
canti, a Pienza così incerti, ora risuonano pieni e decisi: ma
non è il risultato estetico che interessa, è il cuore che
c’è dietro e che evidentemente, da quel primo giorno, è
cresciuto e si è infiammato. Guardo questi ragazzi: so che alcuni
di loro non vanno a Messa neanche la domenica. Ma perché qui accettano
tutto questo? Troppo facile dire: “Perché qui “prende”-
insieme è più bello - il mio parroco non è così
bravo - …”. Non sarà che hanno sete di proposte forti,
di essere anche un po’ tirati per le orecchie a vivere esperienze
con le quali temiamo di spaventarli ma senza le quali otteniamo solo disinteresse?
La giornata si chiude con l’Adorazione Eucaristica, un’intera
notte insieme a Gesù: tutti si danno il turno, più di uno
Gli tiene compagnia fino al mattino…
Questa è la notte delle notti e anche i Capi Unità fanno
l’alba per tirare un po’ le fila della Route. Queste riunioni
serali, che tanto ci sono costate in termini di sonno, molto di più
ci hanno dato in termini di scambio, arricchimento e aiuto reciproco:
una vera Comunità di fratelli chiamati a spendersi nel servizio
degli altri, nella quale ciascuno si sente accolto e sostenuto come se
vi facesse parte da sempre. Spesso non è altrettanto facile nei
nostri gruppi d’origine…
30
dicembre – Siena
Capitolo finale: qui si inizia davvero a capire come è andata la
Route. Finora ho visto dei segnali, ma non saprei dire con certezza cosa
ha significato per queste persone. I ragazzi si alzano uno ad uno e vanno
a dire la loro: qualcuno riporta un’impressione, qualcuno una testimonianza
forte di vita che fa venire i brividi, qualcuno un proposito di quelli
che costano veramente. Ha colpito nel segno il discorso sulla sessualità
fatto in positivo che, evitando i “non devi” e i “non
puoi”, ha portato a riflettere sui significati, lasciando a ciascuno
gli strumenti per arrivare da sé alle risposte in maniera consapevole
e liberamente scelta. Qualche stralcio… “Abbiamo incontrato
Gesù, per questo abbiamo il sorriso sulle labbra.” “Quando
perdevamo la strada ci chiedevamo, cosa facciamo? Cantiamo!” “Non
volevo fare la Capo Unità, ma ho capito che il Signore voleva che
trasmettessi agli altri la grazia che avevo ricevuto.” “Il
primo giorno volevo scappare, poi mi sono detta: ok, stiamo al gioco!
E ho vinto.” “Una coppia per funzionare bene deve essere per
forza un trio: un uomo, una donna e Dio.” “Ho scelto di credere
in quello che mi è stato detto in questa Route e di cambiare.”…
Si andrebbe avanti ad oltranza, ma i treni non aspettano e ci dobbiamo
salutare: la Route è finita; ora, com’è diventato
tradizione dire, inizia la “Routine”, per molti aspetti anche
più dura e meno gratificante, ma che dà significato a questi
giorni passati insieme.
C’è chi torna a casa provato da una sofferenza inaspettata
ma che l’ha reso più forte, chi si porta via uno di quei
propositi che ti cambiano la vita, chi ha appena il tempo di scrostare
zaino e scarponi dal fango e riparte subito per altre attività,
chi è venuto sacrificando il tempo dello studio e tornato a casa
ottiene voti insperati…la Route fa miracoli, anche nella “Routine”!
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